Coronavirus, dallo svolgimento del Tour dipende il 65% dell’impatto mediatico stagionale
Il Tour de France è fondamentale per il ritorno pubblicitario ai team. Una notizia risaputa che è stata quantificata da Marko Heijl, professore di marketing sportivo dell’università di Bruxelles, che parlando a Het Laatse Nieuws ha svelato che il 65% dell’esposizione mediatica stagionale avviene durante le tre settimane della Grande Boucle. Alla luce di questi numeri per Heijl, che è anche il responsabile delle sponsorizzazioni della Soudal, è facile spiegare come la notizia della nuova data del Tour dia nuova linfa al ciclismo e soprattutto speranza alle squadre più in difficoltà. Appare così anche sempre più evidente il perché si sia stata data priorità assoluta ad ASO nella costruzione del nuovo calendario, incentrato proprio sulle nuove date della Grande Boucle, in programma dal 29 agosto al 20 settembre.
“Il Tour è per distacco il più importante strumento di marketing del ciclismo – ha esordito – In questo senso è una gara fuori categoria. Il Tour dura tre settimane all’interno di una stagione di nove mesi, ma in quelle tre settimane i team raggiungono il 65% del loro impatto mediatico. Il ritorno è gigantesco. Dallo svolgimento del Tour dipende la maggior parte del ritorno degli investimenti degli sponsor”.
Una motivazione è da ricercare anche nel fatto che le multinazionali cercano le corse che hanno un maggiore interesse a livello globale, a prescindere da quelle che sono le percezioni locali: “In Belgio diamo grande importanza alle Classiche di Primavera, ma quella è una realtà parziale. In Germania, ad esempio, nessuno sa chi ha vinto il Giro delle Fiandre l’anno scorso. Tutti invece sanno chi ha vinto il Tour[…] La celebrazione del Tour non può che essere una grande notizia per gli sponsor”.
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